I migliori
tra gli scrittori cercano di rompere le barriere dello scrivere comune,liberano
forse il loro genio attraverso certe ritualità o abitudini che reiterandosi gli
permettono di connettersi a precisi stati mentali che si aprono alla creatività
o visionarietà(acquisiti o per
intuizioni o per via di una disciplina che crea appunto questo stato).Quelle
sedute,quelle ore che vengono aperte da un rito o un azione percepita come
santificante divengono ore santificate in cui la mente è pronta a creare arte,a
scindere cattiva scrittura da buona scrittura,a saper vedere la poesia.
Riti di
molti scrittori hanno molto a che fare con il corpo,ad aprire il corpo alla
scrittura,al sentimento.Sotto questo punto sono esemplari scrittori come Lewis
Carroll ed Hemingway,che scrivevano in piedi:Hemingway come se si tenesse
pronto a saltare addosso alle parole,come quando andava a pesca o a caccia.
Poi come
Thomas Hardy,che scriveva a piedi nudi,e Thomas Wolfe che si masturbava prima
di una seduta,per stimolare l'immaginazione o John Cheever che consigliava
addirittura il sesso,nella misura di "due o tre orgasmi a settimana".
Capote
invece stava rilassato,e scriveva solo sdraiato,sorseggiando drink e martini
doppio,come un gatto che tira e gioca con i fili delle parole.
Il poeta tedesco Friedrich Von Schiller teneva
delle mele marce sulla scrivania,e vi annusava i moscerini della frutta che
pare lo riportassero ai frutteti di quando era giovane.
Il
corpo,infine,veniva da innumerevoli scrittori e poeti stimolato attraverso
sostanze allucinogene o inebrianti,nella solita stirpe di famosi poeti maudit
Verlaine Rimbaud Baudelaire.
O si
rilassavano come Flaubert che prima di cominciare si caricava una pipa e la
fumava.
Certi riti
sembra che siano lì a purificare lo scrittore:Mark Twain si vestiva di
bianco,John Keats si lavava le mani,e pare che se non aveva acqua poteva
addirittura usare il caffè.
Scritto dal nostro Boris Dobson per INALBERATO.BLOGSPOT.COM (tutti i diritti riservati).
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