Di seguito riporteremo gli studi condotti dalla Interlational
Osteporosis Foundation e dal Dottor Helmut W. Minne.
Le ossa
contribuiscono a trasformare la potenza muscolare in movimento direzionale. Il
ghepardo è in grado di raggiungere velocità incredibili, mentre le specie prive
di scheletro,come alcuni tipi di chiocciole o bruchi, possono muoversi solo
strisciando.
Tuttavia, mentre le
ossa portano vantaggi enormi, devono anche essere delle dimensioni giuste:non
ha alcun senso avere dei muscoli possenti e poi avere delle ossa piccole che
possono spezzarsi con facilità. Fortunatamente, l’evoluzione ha fatto sì che l’ingrandimento
e il potenziamento dei nostri muscoli corrisponda sempre ad un irrobustimento
delle ossa, proprio per fare in modo che siano adeguatamente resistenti: questo
vale per gli essere umani, ma anche per microscopici insetti o giganteschi
dinosauri.
Durante la
crescita, i nostri muscoli si ingrandiscono ed anche le nostre ossa. Se
aumentiamo la potenza muscolare, le nostre ossa diventano più forti. Muscoli
più forti corrispondono ad ossa più resistenti: tutto qui.
Sfortunatamente, l’osteoporosi
è una malattia che porta ad una riduzione della massa ossea e ad un
deterioramento della struttura ossea. L’osteoporosi rende le ossa fragili, il
che favorisce
possibili fratture.
A loro volta le fratture, essendo dolorose, possono limitare seriamente la nostra vita
quotidiana riducendo la mobilità(6). Una
minore mobilità, a seguito di una frattura dovuta all’osteoporosi o
semplicemente al
fatto che non
facciamo moto, porta ad un uso insufficiente dei muscoli: l’inattività provoca una diminuzione
nella produzione di nuovo tessuto osseo sano. Di conseguenza, muscoli deboli equivalgono
ad ossa fragili.
Inoltre, se usiamo
meno la nostra muscolatura, anche il controllo che il nostro sistema nervoso
esercita sui
muscoli comincia a venire meno: a questo punto, i nostri riflessi non sono
efficaci
come dovrebbero
essere e diventa più facile inciampare o cadere. Se non esercitiamo i nostri
muscoli, rischiamo
di cadere più facilmente e, quindi, aumenta anche il rischio di fratture.
Tutto questo
giustifica il principio secondo cui migliorare la potenza e la funzione
muscolare,
fa bene alle nostre
ossa. L’attività fisica sviluppa una muscolatura forte e, di conseguenza,
anche un’ossatura
resistente; inoltre migliora il controllo muscolare, l’equilibrio, la
coordinazione
e riduce il rischio
di cadute e relative fratture.
A prescindere dall’età,
tutti dovrebbero fare un po’ di moto per rafforzare la muscolatura.
Tutto questo
porterà dei benefici notevoli per:
I giovani – perché
li aiuterà ad avere muscoli più forti
Gli adulti – perché
li aiuterà a proteggere le proprie ossa
Gli anziani –
perché li aiuterà a prevenire la perdita ossea e le fratture
Le ossa che formano
lo scheletro sono costituite da
tessuto vivente che
si rinnova continuamente nell’arco
della nostra vita.
Il nostro scheletro, per rinnovarsi
e mantenersi forte,
ha bisogno di essere stimolato
regolarmente attraverso
l’attività fisica.
Le ossa sono
composte da un minerale di calcio, il
quale determina la
loro resistenza e il loro colore
bianco. Il calcio è
inserito all’interno in una rete
proteica di
collagene piuttosto fibrosa che conferisce
una certa flessibilità
alle ossa. Il tessuto osseo non è
del tutto compatto,
ma è costituito da una struttura
a nido d’ape all’interno
di uno spesso strato esterno
più solido. Questa
struttura efficiente produce la
massima resistenza,
senza rendere le ossa troppo
pesanti.
La struttura
interna a nido d’ape dell’osso fornisce
un’ampia superficie
ricoperta da cellule ossee, le
quali rinnovano
costantemente il tessuto secondo un
ciclo ben preciso
di distruzione e ricostruzione chiamato
“ricambio (o
rimodellamento) osseo”. Tale
processo garantisce
la sostituzione di osso vecchio
con osso nuovo e
sano, la riparazione di qualsiasi
zona danneggiata ed
il mantenimento di ossa forti.
Lo stesso processo
di ricambio consente all’osso di
aumentare la
propria resistenza come reazione a
carichi superiori
(per esempio, durante l’attività fisica)
– oppure di ridurla
se i carichi diminuiscono.
Le ossa dovrebbero
essere usate regolarmente, altrimenti
possono
deteriorarsi: proprio come avviene
nel caso dei
muscoli quando non vengono utilizzati.
Per mantenersi
forti, le ossa hanno bisogno di diverse
sollecitazioni
frequenti e di breve durata (per
esempio, alcune
normali attività quotidiane come
camminare e salire
le scale), mentre devono essere
sottoposte a
sollecitazioni più intense (attività fisica)
per diventare
ancora più forti
Uno dei
modi migliori per sviluppare e
preservare
la forza delle nostre ossa è
rappresentato
dall’attività fisica.
Attualmente,
sappiamo che in tutto il mondo l’osteoporosi
colpisce una donna
su tre ed un uomo su cinque
nella popolazione
sopra i 50 anni (7-9). Nonostante questo
dato, l’introduzione
di misure volte a prevenire la perdita
graduale di tessuto
osseo, soprattutto cambiando lo stile
di vita, non è
troppo diffusa: la gente, infatti, non si
rende conto di
poter fare molto per mantenere le proprie
ossa sane e forti.
Però esistono dei comportamenti che
chiunque può
attuare per ridurre il rischio di osteoporosi.
Circa negli ultimi
venti anni, gli operatori medico-sanitari
si sono resi conto
che uno dei modi migliori per sviluppare
e mantenere un’ossatura
sana è rappresentato dall’attività
fisica. Proprio
come i muscoli, le ossa reagiscono
quando vengono “sollecitate”,
in altre parole, quando
sono costrette a
sopportare un peso maggiore di quanto
non facciano
abitualmente. Questo può essere realizzato
attraverso esercizi
con sovraccarichi o “ad impatto” come
camminare, correre,
sollevare pesi, saltare o ballare. Attività cosiddette “a basso impatto” o “senza
sovraccarichi”,
come il ciclismo o
il nuoto, non comportano lo
stesso carico a
livello osseo, ma sono comunque eccellenti
per promuovere un
buono stato di salute e potenziare i
muscoli.
Un programma
bilanciato di attività fisica regolare può
essere di aiuto nel
prevenire l’osteoporosi, le fratture associate
e favorire la
riabilitazione: questo principio vale per
tutti, e non solo
per le persone al di sopra dei 40 anni.
E il motivo è il seguente:
L’attività
fisica sviluppa le ossa
dei
bambini
Una casa rimarrà in
piedi più a lungo se le sue fondamenta
sono solide.
Analogamente, la salute delle ossa dipende
dalla loro
struttura di partenza.
La maggior parte
delle persone raggiunge il loro “picco di
massa ossea” tra i
20 e i 30 anni: è il periodo in cui le
ossa acquisiscono
la massima densità e resistenza. Una
volta raggiunto
tale valore massimo, la densità ossea si
mantiene costante
durante l’età adulta, per poi iniziare a
diminuire
successivamente. In passato, i medici ritenevano
che il
raggiungimento di questo valore massimo dipendesse
soprattutto da
fattori dietetici, come un apporto sufficiente
di calcio, e dall’esposizione
solare, necessaria per la
produzione di
vitamina D da parte della pelle. La vitamina
D è indispensabile
per assorbire il calcio presente negli alimenti,
per il corretto
funzionamento del tessuto osseo e,
quindi, per
mantenere le ossa forti.
Tuttavia, studi
recenti hanno dimostrato che, per gettare le
fondamenta ossee su
cui poter costruire per tutta la vita, il
moto ha la stessa
importanza dell’alimentazione. Questo
vale durante tutta
l’infanzia e l’adolescenza, ma soprattutto
nel periodo di
accrescimento rapido che avviene durante
la pubertà(10).
In Finlandia, per
esempio, Marjo Lehtonen-Veromaa e
collaboratori hanno
dimostrato che le ragazze che fanno
più moto sviluppano
circa il 40% in più di massa ossea
rispetto alle
ragazze della stessa età, però meno attive(11).
Questa quantità di
osso in più contribuisce al raggiungimento
del “picco di massa
ossea” e dovrebbe rappresentare
un vantaggio per le
ragazze più attive con il passare
Nelle
ragazze, il tessuto osseo
accumulato
tra gli 11 e i 13 anni è
circa uguale
al quantitativo perso nei
30 anni
successivi alla menopausa.(12)
L’australiano Ego
Seeman, insieme ad alcuni colleghi
europei, ha
studiato un gruppo di ginnaste composto da
ragazze giovani e
da donne di mezza età e ha scoperto
che non solo le
ginnaste prepuberi avevano una maggiore
probabilità di
avere una migliore densità minerale
ossea, ma anche
che, più in là nel tempo, le ossa delle
donne dedite all’attività
ginnica erano molto più denserispetto a quelle delle donne sedentarie(13).
Secondo un
altro studio, i
ragazzi che praticavano quotidianamente
un’attività fisica
intensa presentavano una superficie ossea
del 9% maggiore
rispetto ai ragazzi meno attivi(14).
Morale della
favola: non è mai troppo presto (ma neppure
troppo tardi, come
vedremo in seguito) per iniziare a
rafforzare il più
possibile le nostre ossa.
L’attività
fisica protegge le ossa
degli
adulti
Abbiamo visto come
l’attività fisica possa contribuire allo
sviluppo osseo dei
giovani, ma anche a proteggere le ossa
degli adulti. L’esempio
più drammatico in questo senso
viene da una fonte
ultraterrena: lo spazio. Quando cosmonauti
e astronauti hanno
viaggiato per la prima volta oltre
l’atmosfera
terrestre, i medici sulla terra attendevano con
impazienza il loro
ritorno per vedere quali effetti avesse
avuto l’assenza di
gravità sul loro organismo. La prima e
più evidente
conseguenza fu che i muscoli si erano atrofizzati,
ma ben presto si
resero conto che lo stesso era avvenuto
alle loro ossa (15).
In assenza di
gravità, i muscoli non devono lavorare come
al solito per
aiutarvi a stare seduti, alzarvi in piedi o sollevare
qualcosa: l’organismo
reagisce a questa situazione
utilizzando solo i
muscoli che si rivelano essenziali. Il
destino degli
astronauti è simile a quello dei pesisti che
hanno smesso l’attività:
il tessuto muscolare che non è più
necessario si
consuma e con esso, a volte, anche le ossa.
L’attività
fisica ed il mantenimento del
tessuto
osseo sono legati
indissolubilmente.
Oggi abbiamo una
migliore comprensione del rapporto
tra densità ossea e
massa muscolare. Sappiamo che non
possiamo dipendere
unicamente dalla forza di gravità per
fornire la
stimolazione meccanica necessaria per lo sviluppo
osseo ed evitare l’atrofia: anche l’attività
fisica svolge
Forse l’esempio più
evidente di questo fenomeno è rappresentato
dai cosiddetti
astronauti terrestri, cioè persone che
hanno trascorso
lunghi periodi sdraiati a letto. Come
parte di uno studio
sugli effetti dei viaggi spaziali di lunga
durata, Dieter
Felsenberg, della Libera Università di
Berlino, ed alcuni
collaboratori, tra cui scienziati dell’Ente
Spaziale Europeo,
hanno studiato cosa accade quando
viene impedito a
giovani volontari sani di usare i loro
muscoli per lunghi
periodi di tempo.
I “terranauti”
trascorrono mesi sdraiati, senza muoversi.
Quando finalmente
si alzano dal letto, devono affrontare
numerosissimi
inconvenienti: muscoli indeboliti, impossibilità
di saltare e
perdita di tessuto osseo. Secondo
Felsenberg, perdono
fino al 15% della loro densità minerale
ossea durante un “viaggio
spaziale” della durata di
soli tre mesi.
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